I ricordi mi abbracciano in modo caotico, come in un sogno. Gli insetti pungono, sanguinano. Le mie mani, il mio petto intrappolato in metallo incrollabile. I miei movimenti sono fissati vecchie suocere troie con ganci immersi in profondità nel mio corpo: sono pieno, appartengo. Cammino come una marionetta con ogni passo i ganci con crudeltà mi tirano nel culo e nella mia figa. Quando sono liberato, deve solo essere tirato su un tronco e messo nell'erba; rimango di nuovo vulnerabile, incapace di proteggermi dagli insetti che mordono il mio corpo aperto. La mia testa è fissata con pali e Bavaglio. Stridulo come un verme che pende dal mio viso, mi si insinua nel naso, contorcendosi con la sua carne scivolosa sulla mia lingua e sulle mie labbra. Eppure un ricordo sorge sopra il resto del mio tormento; lo chiamò mala mansio.